La gip Giulia Arcieri, oltre a opporsi alla richiesta di archiviazione della procura di Roma, ha stabilito 17 20/12/2024 che vengano ascoltati 26 testimoni e consulenti per fare luce sul delitto di via Poma.
Secondo la gip Arcieri, l’indagine dovrà chiarire il possibile collegamento tra il delitto e materiale riservato appartenente agli 007 italiani. La pista dei servizi segreti, se confermata, potrebbe gettare una luce inedita sul movente dell’omicidio e sugli interessi nascosti dietro il lavoro della giovane impiegata
IL CASO
Il 7 agosto 1990, Simonetta Cesaroni, una giovane di 21 anni, venne trovata brutalmente assassinata nell'ufficio dell'Associazione Italiana Alberghi della Gioventù (A.I.A.G.) in via Carlo Poma 2, a Roma. Il suo corpo presentava 29 coltellate, inflitte con un'arma mai ritrovata, presumibilmente un tagliacarte
Nonostante le numerose indagini e i processi, l'identità del suo assassino rimane sconosciuta.
La scoperta del corpo e le prime indagini
Simonetta lavorava come segretaria presso uno studio commerciale che collaborava con l'A.I.A.G. Il 7 agosto 1990, si recò nell'ufficio di via Poma per svolgere alcune mansioni. Non vedendola rientrare a casa quella sera, la famiglia, preoccupata, iniziò a cercarla. Fu suo datore di lavoro, Salvatore Volponi, insieme alla sorella Paola e al fidanzato Raniero Busco, a trovare il corpo senza vita di Simonetta nell'ufficio
Le indagini iniziali si concentrarono su Pietro Vanacore, il portiere dello stabile, a causa di alcune incongruenze nelle sue dichiarazioni e di una macchia di sangue trovata sui suoi pantaloni. Tuttavia, il sangue risultò essere il suo, dovuto a problemi di salute, e non emersero prove sufficienti per incriminarlo
I principali sospettati
Oltre a Vanacore, le indagini si focalizzarono su Raniero Busco, fidanzato di Simonetta all'epoca. Nel 2005, tracce di DNA attribuite a Busco furono trovate sugli indumenti della vittima, portando alla sua incriminazione. Tuttavia, nel 2012, Busco fu assolto definitivamente per insufficienza di prove

Nel corso degli anni, sono state esplorate varie piste, inclusa quella di un possibile coinvolgimento di colleghi di lavoro e di altre persone legate all'ambiente professionale di Simonetta. Tuttavia, nessuna di queste ha portato a una soluzione definitiva del caso.
Sviluppi recenti
A distanza di oltre trent'anni, il caso continua a suscitare interesse. Nel novembre 2024, i magistrati romani hanno aperto un nuovo fascicolo sul delitto di via Poma, in seguito al ritrovamento di documenti con le presenze dei colleghi della vittima nell'ufficio dove si consumò l'omicidio. Questi documenti, rimasti nascosti per anni, potrebbero offrire nuovi spunti investigativi
Conclusione
Nonostante gli sforzi investigativi e giudiziari, l'omicidio di Simonetta Cesaroni rimane irrisolto. La riapertura delle indagini alimenta la speranza che, grazie a nuove tecnologie e a un rinnovato impegno, si possa finalmente fare luce su uno dei misteri più oscuri della cronaca nera italiana.

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